Con poco più di 4 milioni di abitanti, la Croazia rappresenta un mercato piccolo ma non per questo privo di opportunità per le imprese italiane.

Sono numerose le aziende che nel tempo hanno stabilito relazioni durature con il Paese: dal 2000 al 2014 l’Italia è stata infatti il primo fornitore della nazione, venendo superata successivamente dalla Germania.

L’interscambio è rimasto tuttavia sostanzioso e con un saldo commerciale ampiamente positivo: oltre 1,3 miliardi di euro nel 2019, con un aumento del 29,3% rispetto all’anno precedente.

Il trend positivo ha visto una battuta d’arresto nel 2020, ma l’Italia ha mantenuto la propria posizione di secondo fornitore, rappresentando con le proprie merci oltre l’11% dell’import croato.

Quali sono le principali voci del nostro export Croazia?

Export in Croazia: la bandiera del paese/Exporting to Croatia: the country flag

 I prodotti più richiesti e le occasioni da cogliere

Forte di una decisa crescita economica e di numerosi progetti d’investimento governativi, la Croazia si è rivelata da tempo una destinazione ideale per il Made in Italy.

Una posizione di primo piano è occupata dai prodotti della nostra manifattura, con metallurgia e macchinari industriali a rappresentare rispettivamente il 17,5% e il 16,2% delle vendite.

Tra le macchine utensili, particolarmente richieste negli ultimi anni sono state quelle per la lavorazione dei metalli come rullatrici, piegatrici e deformatrici.  Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Economico della Farnesina, sono buone le performance anche per i macchinari ad asportazione come torni e segatrici.

Meritano una menzione anche le macchine per le produzioni alimentari, impiegate soprattutto nell’ambito di panificazione, preparazione degli ortaggi, produzione di pasta e vinificazione.

Proprio il settore agroalimentare costituisce la componente più importante dell’industria croata, con conseguenti opportunità di export anche per le attrezzature utilizzate in ambito agricolo: una categoria di prodotti le cui vendite hanno superato nel 2018 i 98 milioni di euro.

Di grande rilevanza per la nazione balcanica è ad esempio la produzione di olio e vite, con coltivazioni concentrate nelle aree costiere. L’olio extra vergine dell’isola di Cherso ad esempio ha ottenuto dal 2015 la certificazione DOP dell’Unione Europea: una produzione ancora ristretta, ma di alta qualità.

Ed è proprio nell’ambito del food & beverage che si registrano ulteriori occasioni di business: la Croazia dipende in larga parte da fornitori esteri per soddisfare il proprio fabbisogno alimentare. Tra questi, l’Italia riveste da sempre un ruolo essenziale, soprattutto per alcune merceologie. Quali?

Ampiamente richiesti sono prodotti come pasta, riso, salumi, formaggi e agrumi: solo alcune delle tante eccellenze che contraddistinguono il vasto panorama dell’agroalimentare italiano.

Infine, prospettive interessanti sono emerse negli ultimi anni per quanto riguarda il settore della moda: l’export di abbigliamento italiano aveva superato nel 2019 i 318 milioni di euro, con ottimi risultati anche per gli articoli in pelle.

Margini di crescita per le aziende italiane sono presenti nell’ambito dell’arredamento, con l’export cresciuto a 46 milioni di euro nel 2019.

Export in Croazia: i punti di forza e le possibilità d’investimento

Le numerose opportunità di settore si uniscono ad altri fattori che determinano l’attrattività della Croazia per le imprese italiane.

In primis, la posizione geografica: il Paese è facilmente raggiungibile e rappresenta un punto di accesso per le altre nazioni balcaniche e dell’Europa centrale. Si tratta dunque di un importante hub logistico, grazie anche ai numerosi interventi infrastrutturali sostenuti dalle autorità pubbliche negli ultimi anni.

Altro elemento a rendere appetibile la Croazia è la presenza d’incentivi per gli investimenti stranieri: l’Italia è il terzo investitore nella nazione, come conferma anche l’ambasciata italiana a Zagabria. Una relazione dinamica e di lungo periodo, con la maggioranza degli investimenti produttivi che si concentra nei settori energetico, tessile, del legno e dell’elettronica.

La transizione verso il paradigma dell’industria 4.0 anche per le imprese croate si traduce in nuove opportunità di partnership le aziende italiane, le cui competenze potrebbero trovare spazio nel favorire i processi di digitalizzazione e automazione industriale nell’area.

Per quanto riguarda invece i servizi, il settore bancario-assicurativo è stato finora quello che ha attratto la maggior parte degli investimenti, grazie anche agli accordi bilaterali tra le due repubbliche.

Non mancano dunque le occasioni per le imprese, che potrebbero beneficiare dei rapporti duraturi che istituzioni nazionali e imprenditoria hanno saputo costruire nel corso degli anni.

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