Abbiamo già parlato di nearshoring, spiegando come questo termine indichi il ricollocamento della produzione o della fornitura di un bene in aree vicine alla casa madre di un’azienda.
Il processo rappresenta così una delle declinazioni del reshoring, inteso come lo spostamento di un’attività economica in una zona diversa da quella dove era stata originariamente delocalizzata.
Il friendshoring è un’altra delle sfumature di questo fenomeno, ed oggi è particolarmente discusso.
Ma che cosa si intende esattamente? E come si sviluppa una strategia di friendshoring?
Vediamolo insieme nel resto di questo approfondimento.
Una definizione di friendshoring
Se per il nearshoring il criterio alla base del ricollocamento è la vicinanza – geografica e culturale – della nazione, il friendshoring prevede la scelta di Paesi alleati sul piano geopolitico.
Nell’attuale contesto economico globale, messo alla prova da shock esogeni come pandemie e teatri di guerra, si sta assistendo sempre di più a una rimodellazione delle catene del valore.
A emergere è la necessità di assicurare una maggiore resilienza e flessibilità alle filiere produttive di beni e servizi, così da mitigare rischi come quello di fornitura, divenuti sempre più concreti dopo il 2020.
In questo quadro il friendshoring privilegia nazioni con cui si condividono obiettivi diplomatici ed economici, oltre che lo stesso sistema di valori sul piano politico.
Pandemie, guerre e non solo: lo scenario globale
Gli anni successivi al 2020 hanno mostrato come ritardi di consegna e mancanza di materie prime fondamentali fossero una problematica all’ordine del giorno.
Un caso tra quelli più eclatanti è stata la cosiddetta “crisi dei semiconduttori”. La mancanza di questi componenti essenziali ha avuto impatti enormi, in particolare sui settori dell’automotive e dell’elettronica di consumo.
Oggi la situazione sembra essersi normalizzata, sebbene ad esempio il mondo dell’automobile abbia rivisto al ribasso le proprie prospettive di crescita in termini di volumi di vendita.
Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha determinato problematiche simili, con lo stop o la riduzione di merci esportate dall’Ucraina e l’adozione di un sistema di sanzioni nei confronti della Russia da parte dell’Unione Europea, con blocchi dei flussi d’import-export da e verso la Federazione.
Uno scenario complesso, di fronte al quale sempre più aziende hanno dovuto adottare azioni correttive delle proprie strategie. Vediamo quali.
La diversificazione come (possibile) soluzione
Per molte organizzazioni la diversificazione delle supply chain è diventata un obiettivo impossibile da ignorare.
La necessità di ridurre la dipendenza da singole fonti di approvvigionamento ha spinto negli ultimi anni molto aziende occidentali verso lo sviluppo di nuove relazioni con realtà all’interno di Paesi più vicini, sia dal punto di vista fisico che politico.
Un esempio? La scelta di alcune aziende statunitensi di delocalizzare parte delle proprie attività in nazioni “amiche” come Vietnam, Taiwan o Singapore, preferendole alla Cina.
La vicinanza si gioca in questo caso sul piano politico, piuttosto che geografico, ma non mancano casi di friendshoring dove a essere privilegiate sono nazioni vicine anche dal punto di vista fisico.
È il caso, ad esempio, del ricollocamento di parte delle attività in Turchia o in Est Europa sviluppato da aziende europee.
Ovviamente, non sempre operazioni di questo tipo sono possibili, e le ragioni sono molteplici.
Da un lato alcune forniture strategiche non possono essere portate al di fuori di alcune nazioni rapidamente, soprattutto alla luce dei maggiori costi energetici all’interno dei Paesi di destinazione o della mancanza di materie prime essenziali in quantitativi sufficienti.
Come sottolineato su Geopolitica.info, è improbabile che la logica del friendshoring possa essere applicata sistematicamente, portando a una completa riconfigurazione della globalizzazione per come l’abbiamo conosciuta.
Sfide come la transizione ecologica e la lotta al cambiamento climatico impongono infatti uno scambio di conoscenze scientifiche e tecnologie tra Paesi che la creazione di nuovi blocchi impedirebbe.
La ridefinizione delle supply chain in base a criteri “diplomatici” porterebbe infatti alla creazione di due schieramenti intorno alle potenze maggiori (Cina e Stati Uniti) con costi elevati per tutti gli attori coinvolti.
Ecco perché il friendshoring rappresenta una via possibile per alcune realtà, anche se non sempre percorribile.
Ma quali sono i passi da compiere per un’azienda determinata ad attuare una strategia di questo tipo, identificando ad esempio fornitori in una nazione alleata?
La selezione del mercato obiettivo
Immagina per un attimo il Responsabile Acquisti di un’azienda specializzata nella progettazione di macchinari per il packaging.
La volontà di creare una supply chain più resiliente potrebbe spingere il Management verso la valutazione di nuovi mercati di approvvigionamento per alcune componenti pneumatiche utilizzate all’interno dei macchinari.
Identificati i Paesi coerenti con i principi del friendshoring che abbiamo analizzato, è probabile che il Responsabile si trovi a dover optare per un singolo Paese da cui acquistare i semilavorati essenziali per la sua azienda.
La selezione del mercato obiettivo migliore dipende da tantissimi fattori, di natura politica, logistica, commerciale e non solo.
Dal momento che nel caso di un progetto di friendshoring l’accessibilità del mercato dal punto di vista “burocratico” è una condizione pressoché scontata, sono i fattori commerciali e logistici ad assumere un peso maggiore.
Nello specifico facciamo riferimento a elementi come:
- Il numero di aziende in possesso dei requisiti produttivi e organizzativi corretti;
- la loro posizione e l’eventuale vicinanza a infrastrutture importanti;
- la tipologia di prodotti offerti ed eventuali servizi correlati;
- le certificazioni possedute di interesse per l’azienda acquirente;
- le caratteristiche del fornitore dal punto di vista finanziario.
Come valutare velocemente tutti questi elementi?
Matchplat Explore: l’alleato che rende più semplice il friendshoring
Explore è la piattaforma sviluppata da Matchplat per accelerare questo processo.
A partire da un database con oltre 450 milioni di aziende in 196 Paesi, Explore sfrutta algoritmi di Intelligenza Artificiale per mappare le aziende con le caratteristiche giuste, permettendo di confrontare i Paesi candidati per la propria strategia di friendshoring.
Grazie a un’analisi semantica di oltre 20 miliardi di pagine web aziendali in tempo reale, la Piattaforma offre infatti una lista di aziende in linea con le richieste di ogni Ufficio Acquisti.
Con Explore è possibile identificare nuovi fornitori nei mercati di interesse, servendosi semplicemente delle parole chiave che descrivono il proprio target e di altri parametri come la dimensione dell’azienda.
Nel caso dell’azienda specializzata in macchinari del nostro esempio, il Purchasing Manager potrebbe trovare in pochi secondi le aziende produttrici di componenti ideali, confrontandole anche in base alla loro dimensione finanziaria grazie ai dati certificati da Moody’s Analytics.
Inoltre, le funzioni aggiuntive consentono di personalizzare i risultati in modo intuitivo, ad esempio identificando solo le aziende all’interno di una specifica area del Paese, come una regione o una provincia.
Conclusioni
Sebbene non completamente reversibili, i processi tipici della globalizzazione sono oggi in fase di trasformazione.
Il fenomeno noto come reshoring sta sempre di più assumendo forme specifiche come quelle del nearshoring o – come abbiamo visto in questo approfondimento – del friendshoring.
Il termine è emerso negli ultimi anni per indicare il trasferimento di una produzione o di un rapporto di fornitura in un Paese “amico” con cui si condividono obiettivi diplomatici e valori politici.
Sebbene questa tendenza abbia riscontro nella realtà, le previsioni suggeriscono che sia molto difficile una sua applicazione sistematica su scala globale.
Il ricollocamento delle attività da parte di aziende occidentali in Paesi politicamente vicini finirebbe infatti per creare nuovi blocchi politici ed economici, con Cina e Stati Uniti come principali protagonisti in grado di attrarre alleati nella propria orbita.
Dopotutto, sfide come la lotta al cambiamento climatico spingono verso la necessità di un trasferimento di tecnologie e conoscenze tra i Paesi che un nuovo sistema a blocchi finirebbe per ostacolare.
Tuttavia, il friendshoring rimane comunque una via percorribile per alcune realtà che vogliano, in tutto o in parte, rendere più resiliente la propria supply chain.
Una volta identificati i Paesi alleati in cui identificare nuovi fornitori, la sfida maggiore è quella di selezionare i potenziali partner più adatti.
Matchplat Explore rende più semplice questo processo grazie all’unione tra un database con oltre 450 milioni di aziende in 196 Paesi e algoritmi di Intelligenza Artificiale.
In questo modo è possibile trovare in tempo reale le aziende che non solo si trovano nei mercati target, ma che possiedono anche le caratteristiche compatibili con le esigenze della propria impresa.
Così processi complessi come il friendshoring diventano più semplici a livello operativo: se da un lato la scelta strategica dei Paesi “alleati” può essere tutto sommato rapida, non sempre è altrettanto facile trovare le realtà adatte alle proprie esigenze.
Per questo in Matchplat abbiamo sviluppato un unico strumento per accelerare l’internazionalizzazione delle forniture, accessibile alle aziende di ogni dimensione e settore.
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