Una nazione enorme, ricca di risorse naturali e che nel 2018-2019 ha registrato il ventottesimo anno di crescita consecutiva del PIL. Quali sono le opportunità di export in Australia per le imprese italiane?
Con una popolazione pronta a superare i 40 milioni di abitanti entro il 2040, unita a una sempre più decisa integrazione economica a livello internazionale, il Paese si candida a essere una meta appetibile per la nostra imprenditoria.
Nonostante le recenti difficoltà, i dati ufficiali confermano infatti l’Italia come undicesimo fornitore mondiale della nazione durante il primo semestre del 2020: nell’Unione Europea, il nostro Paese si colloca subito dopo la Germania nella classifica dei partner commerciali.
Come evidenziato da Infomercatiesteri, gli anni recenti dell’Australia sono caratterizzati una vasta serie di piani di sviluppo allo scopo di rafforzare il Paese, facendone una vera e propria potenza nell’area del Pacifico. Tra questi figurano gli interventi a sostegno dell’edilizia, con la costruzione di nuovi immobili sia a uso privato che per funzioni pubbliche e commerciali: un mercato che al termine del 2019 è arrivato a valere oltre 237 miliardi di €. A ciò si sommano i numerosi progetti infrastrutturali per potenziare la rete di trasporti del Paese: dal miglioramento dei collegamenti ferroviari tra le maggiori città e le aree periferiche fino agli interventi di ammodernamento degli aeroporti nazionali.
Uno scenario dove si registrano numerose opportunità per le imprese di costruzioni italiane e per quelle specializzate nella fornitura di macchinari e attrezzature per la cantieristica (tra cui mezzi per movimento terra, elevatori e materiale edile). Infatti, sono numerose le commesse pubbliche che le autorità australiane hanno avviato nelle zone urbane ed extraurbane del Paese.
Importanti occasioni di business per l’industria italiana si rilevano anche nell’ambito della lavorazione di materie prime. L’Australia è infatti il terzo esportatore mondiale di rame e il secondo di zinco, piombo e alluminio. D’importanza strategica è inoltre il litio, con oltre 51.000 tonnellate estratte nel 2018, facendo del Paese il primo produttore mondiale del minerale.
In aumento negli ultimi anni anche la produzione di gas naturale – con oltre 78,9 milioni di tonnellate previste per il 2023-2024 – e gli investimenti in energie rinnovabili, a cui il governo australiano ha dedicato nel 2000 un primo piano per la riconversione energetica.
Tra le imprese del nostro Paese che potrebbero trarre beneficio dalle ingenti risorse naturali della nazione ci sono le realtà specializzate nella progettazione e realizzazione d’impianti energetici. Notevoli opportunità si registrano anche per le società produttrici di macchinari e attrezzature utilizzate nel settore estrattivo come valvole, pompe, compressori, turbine e sistemi di controllo, così come per le aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili.
Tra le tendenze più rilevanti per il nostro export in Australia, una menzione d’onore va ai prodotti dell’agroalimentare. Il comparto è stato interessato negli ultimi anni da trend di crescita da non sottovalutare, in particolare per alcune categorie di prodotti.
Quali?
I dati relativi al primo semestre del 2020 vedono in risalita l’export di cereali e farine (+23,84%) e di frutta, compresa quella secca e a guscio (+26,05%). Buone le prospettive anche per il mondo del vino, con la nazione che tra il 2018 e il 2019 si è posizionata tra i maggiori importatori mondiali di un prodotto da sempre simbolo del Made in Italy. Correlato al mondo del food c’è il settore dei macchinari per il packaging, l’imbottigliamento e il trattamento degli alimenti: da tempo il nostro Paese è presente con successo in Australia in questo campo, ma ci sono ancora importanti margini di crescita.
Un esempio riguarda le macchine per la lavorazione delle carni, che giocano un ruolo importante nel mercato interno e potrebbero riscuotere grande apprezzamento.
A rendere l’Australia una meta ideale per il commercio internazionale c’è infine la sua profonda integrazione economica, resa possibile dalla partecipazione a numerosi accordi: tra questi il RCEP, che tra i propri firmatari include anche Cina e Paesi ASEAN, oltre all’adesione al CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) di cui fanno parte anche Canada, Giappone e Cile.
In vista di una ripartenza per l’economia globale nel 2021, guardare a nuovi mercati sarà fondamentale e l’Australia è una nazione dove di certo non mancano occasioni per le imprese italiane.
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