Esportare in Cile può essere una scelta vincente per tantissime aziende italiane. Perché? I rapporti tra i due Paesi sono ottimi e il Made in Italy ha saputo conquistare da tempo una posizione di rilievo nel Paese.

Nonostante potrebbe non essere la prima meta in Sud America a cui pensare per un progetto d’internazionalizzazione, il Cile presenta molti punti di forza da tenere in considerazione. Di quali si tratta? E quali sono i prodotti più richiesti?

Esportare in Cile: immagine con la bandiera del paese a colori/Exporting to Chile: image with the country's flag in colour

Cile: buoni motivi per investire qui

Le ragioni per investire in Cile sono riconducibili principalmente alla stabilità economica del Paese al deciso tasso di crescita degli ultimi anni.

Dopo la battuta d’arresto del 2020, l’economia nazionale ha saputo riprendersi in maniera inaspettata, superando le previsioni iniziali: il PIL è cresciuto infatti del 18,1% nel secondo trimestre del 2021. Come riportato da Trading Economics, si tratta dell’espansione più rapida dell’economia cilena mai registrata.

Il dato deriva dalle numerose iniziative fiscali adottate dal governo allo scopo di sostenere l’economia: a queste si sommano i precedenti piani d’investimento per il potenziamento delle infrastrutture (autostrade, aeroporti, ospedali), dei servizi digitali e di settori chiave come l’industria agroalimentare.

Negli ultimi anni il Paese sudamericano ha infatti dimostrato una grande vivacità, raggiungendo traguardi notevoli in numerosi ambiti. Ecco solo alcuni dei tanti esempi da questo punto di vista:

  • Il Paese vanta un settore minerario fortemente sviluppato, con il rame a costituire la produzione più importante per un totale di oltre 5,7 milioni di tonnellate nel 2020.
  • Gli investimenti in energia pulita entro il 2040 dovrebbero superare i 9 miliardi di dollari, come confermato dal rapporto Climatescope 2020 di Bloomberg.
  • Dispone di un settore agroalimentare ampio e strutturato, con alcune produzioni (vitivinicola e ittica in testa).
  • Aderisce a oltre 20 accordi di libero scambio in qualità di membro del WTO, rivelandosi un Paese ideale per raggiungere altri mercati internazionali.

Questi e altri fattori testimoniano il dinamismo del Paese e del suo tessuto imprenditoriale, offrendo concrete occasioni di business anche alle aziende italiane.

Che cosa esportare in Cile: i prodotti da vendere

La vitalità dell’economia cilena, unita alla grande apertura al commercio internazionale, ha da tempo permesso a numerose imprese del Made in Italy di far conoscere i proprio prodotti e servizi.

Quali sono quelli più richiesti?

L’enorme peso dell‘industria agroalimentare si traduce in opportunità di export per le aziende specializzate in macchinari e attrezzature impiegate in questo campo.

Mezzi agricoli, impianti per il packaging e sistemi di refrigerazione sono solo alcuni esempi di eccellenze manifatturiere che in Cile potrebbero trovare ulteriore spazio, grazie al ruolo di potenza che il Paese è riuscito a ritagliarsi in questi anni.

Basti infatti pensare che il Cile è nella top 10 globale per la produzione di uva da tavola, risultando oggi anche uno dei maggiori produttori di vino al mondo: per la precisione il sesto, con oltre 2 milioni di tonnellate di uva raccolte nel 2018.

Non solo: anche la produzione ittica rappresenta uno dei punti forti del settore food, con circa 3,7 milioni di tonnellate annue di pesce prodotte.

Gli enormi investimenti nell’ambito delle energie rinnovabili a cui già accennavamo costituiscono poi  un’occasione per le aziende specializzate in impianti eolici e solari; lo stesso vale per le aziende che si occupano di apparecchiature elettriche, tra le voci principali dell’export italiano nell’area.

Buone occasioni sono emerse negli ultimi anni anche per i prodotti chimici, le cui esportazioni hanno superato i 60 milioni di euro nel 2020, come riportato dall’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri.

Infine, dati interessanti si registrano per la fornitura di macchine per il movimento terra come escavatori, pale meccaniche e relative componenti, ampiamente richieste dalle imprese del settore minerario cileno.

Esportare in Cile potrebbe dunque essere una strategia profittevole per le realtà di questi settori e le aziende che si affacciano per la prima volta sul continente sudamericano alla ricerca di nuovi mercati di sbocco.

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