Le macchine tessili italiane sono solo un’altra delle eccellenze della manifattura nazionale.
Come noto l’Italia ha sempre potuto vantare una solida tradizione in ambito machinery, contando su una folta schiera di aziende capaci di ottenere risultati unici.
Sono numerose infatti le filiere che hanno saputo distinguersi a livello internazionale, e quella meccanotessile non fa eccezione.
Quali sono i numeri che raccontano questo settore? Quali i risultati ottenuti finora e le prospettive future?
Macchine tessili: cifre e caratteristiche del settore
I produttori italiani hanno saputo costruire un’autentica posizione di leadership, reagendo prontamente ai cambiamenti improvvisi di un anno come il 2020.
I dati del primo trimestre del 2021 diffusi da ACIMIT – che riunisce le aziende del comparto – vedono una crescita degli ordini del 66% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Un traguardo importante su cui pensa senza dubbio il confronto con un periodo difficile e colmo di sfide, ma che le imprese hanno saputo affrontare sia a livello nazionale che internazionale.
Con un fatturato pari 1,8 miliardi di euro, le circa 300 aziende che popolano il settore hanno tenuto fede alla propria vocazione esportatrice: oltre l’80% della produzione è stata destinata a 130 Paesi esteri.
L’andamento ancora difforme tra le nazioni per quanto riguarda le campagne vaccinali limita infatti una piena ripresa in mercati strategici come l’India: tuttavia, la ripartenza della domanda di beni strumentali sembra ormai un trend destinato a consolidarsi.
Dunque, nonostante le difficoltà ancora presenti, non mancano opportunità di business per le imprese. Ma come coglierle?
La combinazione tra innovazione e perfetta conoscenza delle esigenze dei clienti è sicuramente un fattore essenziale e ha consentito ai produttori italiani di ritagliarsi un ruolo di primo piano su scala globale.
All’efficienza di macchinari e attrezzature si somma inoltre l’elevato tasso di personalizzazione, capace di adattarsi alle esigenze di ogni utilizzatore finale: tra questi, i mercati asiatici ricoprono ormai una destinazione privilegiata.
Il 38% dell’export di macchine tessili italiane nel 2020 è stato infatti destinato all’Asia, seguita da Unione Europea (23%) e dai Paesi europei extra UE (21%). Pari all’ 8% invece l’export negli Stati Uniti. Non mancano quindi margini di crescita interessanti, soprattutto per quanto riguarda le economie emergenti.
Quali sono quelle a cui guardare?
I mercati esteri: occasioni da tenere d’occhio
Le previsioni per il triennio 2021-2024 trovano spazio all’interno dell’ultimo studio dedicato da ACIMIT al settore.
Nel suo report l’associazione di categoria traccia una panoramica del mercato mondiale delle macchine tessili, individuando anche le aree più attrattive per i prossimi anni.
Cina, Turchia, India e Vietnam si confermano Paesi in cui investire, soprattutto per i produttori di macchine per tessitura e per filatura, con incrementi rispettivamente del 7,2% e del 6% previsti per il prossimo triennio. Tra gli importatori maggiormente attivi si segnalano inoltre il Bangladesh e l’Uzbekistan, che negli ultimi anni hanno messo in luce notevoli potenzialità in termini di sviluppo economico.
E proprio il 2021 sembra confermarsi l’anno con i maggiori tassi di crescita (circa 8%), destinati a stabilizzarsi nel periodo successivo su valori intorno al 5%.
Accanto a economie emergenti, lo stesso report segnala trend di crescita interessanti per quanto riguarda gli Stati Uniti, soprattutto per le macchine utilizzate per la fabbricazione di feltri e nontessuti.
In definitiva, sono numerose le possibilità che ora si presentano alle imprese del settore meccanotessile che vogliano rafforzare la propria presenza internazionale o aprire nuovi canali commerciali: una missione che sempre di più richiederà uno studio meticoloso dei mercati e dei potenziali clienti al loro interno.
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