Le occasioni di business in Turchia sono numerose, anche per le aziende italiane che hanno fatto dell’export una vocazione.
Non a caso i rapporti tra le due nazioni sono solidi e di lunga data: nel 2020 l’Italia è stato il primo investitore in Turchia a livello globale e nello stesso periodo l’interscambio tra le due nazioni ha raggiunto i 17,3 miliardi di dollari, come conferma l’Osservatorio Economico della Farnesina.
Subito dopo la Germania, l’Italia si è confermato il secondo partner europeo del Paese.
Più nel dettaglio, le esportazioni si sono attestate intorno ai 9,2 miliardi di euro, in calo rispetto al 2019 ma con ottime performance in numerosi settori. Quali? E con che prospettive future?
Un’economia dinamica e ricca di opportunità
La posizione a cavallo tra Occidente e Oriente – unita ai suoi tassi di crescita e all’apertura al commercio internazionale – fa della Turchia una meta appetibile per tantissime aziende.
Sono oltre 1500 quelle italiane che hanno stabilito la propria presenza qui, scegliendo il Paese per il suo clima favorevole agli investimenti, la forza lavoro istruita e le numerose commesse pubbliche. L’Italia è infatti in prima linea anche per quanto riguarda il contributo alla crescita infrastrutturale del Paese, continuando a prendere parte a progetti strategici.
In vista del centenario della Repubblica Turca nel 2023, il governo sta infatti puntando a rafforzarne la posizione attraverso una massiccia serie d’interventi: dalla realizzazione di nuovi poli scolastici e ospedalieri fino all’ampliamento delle vie di comunicazione (strade, aeroporti e ferrovie).
Anche il settore della logistica è interessato da piani ambiziosi: il Paese punta alla costruzione di 16 centri di grandi dimensioni, a cui si somma l’espansione della rete autostradale del Paese.
Non fa poi eccezione l’industria dell’energia: come conferma ancora una volta il Ministero degli Affari Esteri, la collocazione del Paese candida la Turchia a essere un hub energetico per l’intera regione grazie alla ricchezza di risorse idriche e all’enorme potenziale in termini di energia geotermica. Non solo: margini di sviluppo si registrano anche per il comparto eolico, in cui la Turchia è uno dei leader a livello mondiale.
Infine, piani ambiziosi toccano anche il settore ICT, con la volontà di accrescerne il contributo al PIL nazionale fino a una quota dell’8%. Allo stesso tempo, l’obiettivo è aumentare il numero di abbonati alla banda larga in tutto il Paese.
Il quadro appena descritto si traduce in concrete opportunità per tutte quelle realtà che hanno fatto dell’internazionalizzazione una pratica quotidiana. Ma più nello specifico, quali sono i prodotti più richiesti dal mercato turco?
Le occasioni da non lasciarsi sfuggire
La vivacità dell’economia turca è provata dai dati: tra il 2002 e il 2017 il PIL della nazione è triplicato, passando da 238 a 851 miliardi di dollari. Le previsioni per il 2021 vedono una crescita del 6%, con alcuni settori a giocare un ruolo strategico.
La folta presenza di PMI manifatturiere offre occasioni preziose soprattutto per i produttori di macchinari industriali, di cui l’Italia è un fornitore essenziale in molti ambiti. Da quello agricolo al packaging alimentare, passando per le lavorazioni di legno e materie plastiche, sono numerose le eccellenze del Made in Italy che hanno trovato spazio negli impianti di produzione turchi.
Ma si può fare ancora meglio: il ruolo di Paese produttore che la Turchia sta conquistando condurrà a una domanda sempre maggiore di macchinari sofisticati e tecnologicamente all’avanguardia. Questo si traduce in buone possibilità di successo per le aziende che integrano nelle proprie soluzioni Intelligenza Artificiale e altre applicazioni di smart manufacturing.
Tra le filiere in rapida trasformazione c’è quella dell’automotive, che in Turchia riveste un peso sempre più grande e nei primi 5 mesi del 2021 è cresciuta del 72% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ne derivano opportunità da non sottovalutare per le tante imprese italiane che operano in questo ambito, fornendo prodotti d’eccellenza come la componentistica.
Altro settore con un contributo determinante per l’economia turca è quello chimico, con numerose produzioni trasversali a più settori (gomma-plastica, tessile, meccanica e non solo) e di cui l’Italia è uno storico fornitore, con un export da oltre 1.291,8 milioni di euro nel 2019.
Non mancano dunque concrete occasioni di business in Turchia che l’imprenditoria italiana potrebbe cogliere; a rendere tutto più facile c’è la relazione di lungo corso tra le due nazioni, i buoni rapporti diplomatici e il grande apprezzamento per il Made in Italy.
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