Tra i numerosi fiori all’occhiello del nostro settore agroalimentare, è impossibile non citare il caffè italiano.

Una vera e  propria eccellenza, amata sia dai consumatori nazionali che quelli esteri. L’Italia è infatti da tempo un importante esportatore di caffè torrefatto: sono numerose le aziende specializzate nella produzione e nella distribuzione di miscele di alta qualità.

Per la precisione, il Bel Paese è il terzo al mondo – dopo Belgio e Germania – per l’esportazione di caffè in tutte le sue forme.

Dalla macinazione alla vendita del prodotto finito, sono tanti i passaggi che rendono possibile il consumo della bevanda. Nonostante quest’ultima sia apprezzata  in tutte le sue varianti – in cialde, polvere, al bar oppure tra le mura domestiche – non sono gli italiani i maggiori consumatori al mondo di caffè.

Caffè italiano: immagine di chicchi/Italian cofee: image of grains

La classifica è infatti guidata da Paesi scandinavi come Finlandia, Norvegia e Danimarca, secondo quanto riportato dall’International Coffee Organization. Un dato che potrebbe sorprendere e allo tempo rivela la fortissima presenza internazionale del prodotto.

E proprio per quanto riguarda l’export, l’Italia ha da tempo saputo distinguersi.

Mercati esteri: le cifre della torrefazione italiana

Con oltre 5 milioni di sacchi esportati nel solo 2019, il settore italiano del caffè torrefatto ha conosciuto negli ultimi anni un importante trend di crescita.

Un andamento positivo colpito da una battuta di arresto nel 2020: le chiusure del canale Horeca hanno sicuramente impattato sulle vendite delle imprese, che solo in Italia sono oltre 900 per un totale di 7.500 addetti.

Per la precisione, gli ultimi dati diffusi parlano di una contrazione dei fatturati dell’8,6% per la torrefazione italiana nel 2020.

Uno stop arrivato dopo circa un decennio di crescita costante a livello internazionale: la dimostrazione di come guardare oltre confine resti per le aziende una chiave per il successo.

L’Unione Europea rimane la principale area di destinazione, con Austria, Francia e Germania a costituire i maggiori importatori di caffè macinato italiano. Nel complesso, la UE assorbe circa il 60% delle esportazioni italiane, ma non mancano dati interessanti anche nel mercato extra-comunitario.

Quali sono le mete più importanti?

Sicuramente Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Svizzera continuano a rappresentare aree appetibili per i produttori, che qui potrebbero continuare a crescere per recuperare il terreno perduto lo scorso anno.

Una vera e propria necessità alla luce della ripresa dei consumi fuori casa, in cui il caffè ha sempre giocato un ruolo da protagonista.

Accanto ai dati del commercio, un altro aspetto da considerare riguarda poi l’aumento dei costi delle materie prime: un fenomeno che da mesi tocca pressoché tutte le catene del valore mondiali, compresa quella del caffè. Nel giro di un anno infatti, il chicco verde ha subito un rialzo del 40%.

I segnali di ripresa del mercato a cui si è assistito sinora rivelano dunque nuove sfide, a cui le imprese dovranno rispondere con prontezza nei prossimi mesi.

Ma come farlo al meglio?

Caffè italiano: immagine di capsule/italian coffee capsules

Percorsi vecchi e nuovi: tra retail e digitale

A fronte delle chiusure di bar e ristoranti dei mesi passati, retail tradizionale ed e-commerce si sono rivelati essenziali fonti di guadagno per i produttori di caffè torrefatto.

Seppur compensando solo in parte le perdite, la vendita al dettaglio ha permesso alle aziende italiane di difendere il proprio primato in modo efficace. Ed è soprattutto il digitale a mostrare notevoli margini di crescita.

Anche per il caffè infatti, l’online si sta rivelando sempre più profittevole: in Italia il tasso di crescita delle vendite ha toccato punte del 50% nel 2020, secondo quanto riportato da Comunicaffè. Cifre impossibili da sottovalutare e che dovrebbero spingere sempre più imprese verso strategie multicanale ben progettate.

Come già accennato, resta di primaria importanza il ruolo dei canali tradizionali: individuare i giusti partner per costruire una rete distributiva ampia e strutturata rimane imperativo. Soprattutto all’interno di quei mercati esteri di cui abbiamo parlato, autentico volano di crescita per il caffè italiano negli ultimi anni.

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