Come si è chiuso il 2022 per la filiera della pasta?

Parliamo di un’eccellenza che da sempre sa guardare lontano, e che anche quest’anno ha ottenuto risultati straordinari fuori dal nostro Paese.

Nonostante le tante incognite, le aziende hanno infatti trovato il modo per proseguire in un percorso di crescita che continua da 25 anni.

Lo confermano i numeri di Unione Italiana Food: la nostra pasta raggiunge ogni anno circa 200 nazioni, e nel mondo 1 piatto di pasta su 4 è italiano; una cifra che sale a 3 su 4 se consideriamo l’Unione Europea.

Ma quali sono gli ultimi dati dal mercato? In che modo le aziende possono consolidare il proprio successo? Vediamolo in questo approfondimento.

Pasta italiana: il resoconto dell’anno | Immagine di tagliatelle all'uovo artigianali su un taglierePasta italiana: il resoconto dell’anno

Un recente articolo su Il Sole 24 Ore fotografa l’andamento del mercato negli ultimi mesi.

A crescere in modo deciso è stata la pasta prodotta con grano 100% italiano, che segna un +14% delle vendite nei primi cinque mesi del 2022.

Si tratta di certo di una buona notizia per i nostri pastifici, ma anche per il comparto agricolo e i mulini specializzati nella prima lavorazione.

A favorire il fenomeno c’è il ritorno nei nostri campi di numerose varietà di grano dimenticate fino a qualche tempo fa, come il Saragollo, la Tumminia o il Senatore Cappelli.

Produzioni antiche, forti di un’elevata qualità, una maggiore digeribilità e minori alterazioni rispetto ad altre varietà utilizzate dall’industria.

Tra le mete più profittevoli per l’export di pasta si riconfermano poi Stati Uniti (+45%) Germania (+31%) e Francia (+25%), come rivelano gli ultimi dati diffusi da Coldiretti.

In un quadro gravato ancora da numerose incognite e dai rincari dei costi di produzione, quali sono le vie da percorrere per rafforzare ulteriormente una leadership globale?

Senza dubbio, la prima è proseguire nella differenziazione dei mercati di vendita. Che cosa intendiamo?

Di una strategia che sa guardare a nuove aree per coglierne a pieno le potenzialità.

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Nuove destinazioni internazionali

Per la pasta tricolore questo approccio non rappresenta una novità: al di là di Europa e Nord America, la filiera ha saputo espandersi negli ultimi anni anche nel Middle East e Far East.

Un esempio su tutti è quello del Giappone, secondo mercato di sbocco extraeuropeo dopo gli USA. Nel Paese del Sol Levante la pasta italiana gode di un fortissimo apprezzamento, soprattutto per quanto riguarda i formati lunghi.

Nel Medio Oriente invece, tra le destinazioni già toccate da alcune delle nostre aziende, possiamo segnalare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, dove il forte sviluppo di settori come ristorazione e hospitality degli ultimi anni si è tradotto in ottime opportunità per gli esportatori nostrani.

Qui i margini di crescita non mancano, ma anche altri Paesi si distinguono per il sempre maggiore interesse nei confronti della pasta italiana.

Una rotta possibile è quella che guarda al Sud del mondo, e in particolare all’Africa.

A nord continente le mete principali sono Egitto, Marocco, Tunisia e Algeria, grazie soprattutto alla domanda di beni di consumo in crescita negli ultimi anni.

Un dato che secondo le analisi è destinato ad aumentare sulla spinta della crescita demografica dell’area.

Nella parte meridionale del continente invece, il Sud Africa si è distinto negli ultimi anni per l’apertura nei confronti delle nostre imprese.

Il merito è di una domanda di prodotti di alta qualità cresciuta in ambiti differenti: dal design fino alla meccanica di precisione, passando anche per il food & beverage, con la pasta a giocare un ruolo di primo piano.

Ma per le imprese della filiera che puntano a espandersi, quali sono i passi da seguire?

Crescere ancora: l’importanza dei contatti giusti | Immagine di alcuni cuochi intenti a preparare pasta italiana di alta qualitàCrescere ancora: l’importanza dei contatti giusti

La risposta alla domanda che abbiamo posto si compone di diversi elementi.

Una volta definite le aree geografiche più appetibili, sarà necessario individuare gli interlocutori migliori al loro interno.

Una considerazione che vale per ogni impresa decisa a internazionalizzarsi, pastifici compresi.

Come noto, si tratta di un passaggio non banale: entrare in contatto da subito aziende in linea con la propria strategia permette di risparmiare tempo e d’incrementare le probabilità di successo.

La considerazione è valida soprattutto quando si approcciano mercati del tutto nuovi, dove la confusione e le incertezze aumentano.

Le differenze economiche e culturali tra Paesi sono infatti parte di questo quadro, e dialogare con imprese profilate secondo le proprie esigenze è un modo per rendere tutto più semplice.

Analisi di mercato come quelle di Matchplat sono la soluzione ideale per individuarle.

Così anche le aziende della filiera della pasta possono entrare in contatto con grossisti, dettaglianti, clienti e altre realtà con cui crescere in tempi brevissimi, consolidando gli ottimi risultati dell’anno appena finito.

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