L’elettrotecnica è senza dubbio uno dei pilastri della manifattura italiana. Un comparto ampio, con oltre 400.000 addetti e un fatturato aggregato pari a 93 miliardi di euro a fine 2022, secondo quanto riportato da ANIE.
In questo mondo così sfaccettato, i cavi sono la merceologia che di più ha saputo distinguersi sui mercati esteri.
Alla luce dei cambiamenti tecnologici imposti dalla transizione energetica in corso, i conduttori elettrici rappresentano infatti una componente fondamentale, con ottime prospettive di crescita per le aziende italiane.
Con un saldo commerciale positivo superiore ai 2 miliardi di euro nel 2022, l’Italia è già uno dei maggiori player mondiali in questo comparto. Con ExportPlanning abbiamo analizzato i trend più recenti dell’import/export di cavi italiani per capire in che Paesi si registrano nuove opportunità di crescita.
Cavi italiani: un sinonimo di qualità
Tra le tipologie di cavi Made in Italy sono quelli per energia di bassa tensione ad aver registrato i risultati migliori.
Oggi questa categoria di prodotti si dirige prevalentemente verso i mercati dell’Unione Europea, e in particolare verso partner consolidati come la Germania.
Oltre il 25% della domanda tedesca di cavi a bassa tensione è stata coperta dall’Italia nel 2022, ma il rallentamento dell’economia in quest’area potrebbe spingere molte aziende a guardare a Paesi differenti.
Opportunità di crescita: i mercati su cui puntare
I dati di Market Selection – il servizio di ExportPlanning per identificare i mercati ad alto potenziale in cui esportare – indicano Paesi Bassi e Francia come destinazioni appetibili per i cavi a bassa tensione.
Con la nostra Piattaforma Explore abbiamo identificato in entrambe le nazioni realtà che potrebbero costituire un target per i produttori italiani, concentrandoci sulle imprese specializzate nella realizzazione di impianti elettrici industriali e commerciali.
Scopri tutti i dati e i numeri delle aziende all’interno del report.
Ultime analisi