Big Data e supply chain sono sempre più legati: a testimoniarlo le trasformazioni radicali subite dalle catene del valore nel corso degli ultimi anni.

Il 2020 ha ulteriormente accelerato un cambiamento organizzativo, tecnologico e operativo senza precedenti. 

Non è una novità parlare di supply chain 4.0: una gestione dei processi produttivi e distributivi resa più efficiente grazie al ricorso ad analisi avanzate, utili a ottimizzare le operazioni lungo tutta la filiera in modo da sincronizzare l’attività dei partner e allineare l’offerta alla domanda attesa. 

Se da un lato Intelligenza Artificiale e machine learning sono da tempo parte integrante delle operazioni di trasporto, stoccaggio e approvvigionamento di numerosi settori, dall’altro questi temi devono trovare un adeguato spazio anche a livello strategico. 

Il cosiddetto new normale il distanziamento sociale hanno avuto pesanti ricadute su individui e collettività, comprese le aziende. 

Gli effetti riguardano inevitabilmente anche la gestione di tutte le partnership relative ai rapporti di fornitura e di distribuzione all’interno dei mercati di sbocco. 

Cosa significa tutto ciò? 

Lcultura del dato, intesa come lo sviluppo di competenze e conoscenze relative all’uso dei dati, sarà sempre più legata alle modalità con cui le imprese individuano i propri partner per la fornitura delle materie prime e la distribuzione dei prodotti finali.  

In un nostro articolo abbiamo evidenziato come la cancellazione delle fiere di settore sia stata tra i segnali più forti a spingere verso un cambiamento che ormai non è una semplice opzione, ma una tappa obbligata: la costruzione di nuovi rapporti tra imprese guarda oltre le tradizionali occasioni d’incontro, abbracciando sempre più soluzioni tecnologiche. 

Se infatti possedere informazioni corrette per allineare la produzione alla richiesta del mercato è importante, altrettanto lo è definire a priori i migliori interlocutori per raggiungere questo scopo. 

Ovviamente, non tutte le imprese hanno la possibilità di progettare una data strategy che contempli anche la gestione della propria supply chain: gli strumenti tecnologici e le competenze richieste sono difficili da sviluppare internamente, soprattutto per le PMI.  

Inoltre, mappare i mercati per individuare i migliori fornitori o distributori potrebbe risultare una sfida complessa, in particolare in un contesto imprenditoriale come quello italiano, dove a dominare è il modello dell’impresa a conduzione famigliare, spesso estranea ad attività come le analisi di mercato. 

Tuttavia, esistono soluzioni a portata anche delle realtà più piccole con cui sfruttare le potenzialità dell’approccio data driven descritto. 

Di cosa si tratta?

Servizi modulari adattati alle esigenze di tutte le aziende, indipendentemente dal settore e dalla situazione commerciale: un mezzo con cui ottenere una visione completa del proprio mercato di riferimento e degli interlocutori presenti al suo interno. 

Sicuramente sistemi avanzati di gestione delle scorte, di ottimizzazione dei trasporti e di gestione degli ordini sono importanti, sia per le aziende B2B che per quelle B2C. 

Non deve però passare in secondo piano l’aspetto a cui già accennavamo in precedenza, ossia il ricorso a informazioni certe per poter creare le giuste sinergie lungo la filiera. 

Dalla sua fondazione a oggi, Matchplat ha fatto di questo obiettivo delle imprese il cuore della propria attività: è per questo che sono nati servizi come Overview ed Explore. 

Grazie al primo, ad esempio, è possibile visualizzare su una mappa i principali poli industriali e commerciali rilevanti per la propria attività, mentre il secondo consente di ottenere liste profilate di potenziali distributori e fornitori. 

In questo modo dati geografici ricerche approfondite si uniscono con un solo obiettivo: aiutare le imprese nella gestione strategica della propria supply chain. 

A fare la differenza sono la completezza e l’affidabilità dei dati elaborati da Matchplat, in grado d’includere tutto ciò che è importante per un’azienda: non solo la posizione dei partner, ma anche i prodotti trattati, le certificazioni possedute, i brevetti detenuti e molto altro. 

Il tutto senza dover farsi carico di analisi lunghe e costose: un modo rapido con cui prepararsi ai nuovi assetti che lo scenario economico globale porta con sé. 

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